If you don’t know what your ‘Why’ is

You can write everything down if you want to, be brave enough to write every one of your goals down but I’m going to tell you something…life is going to hit you in your mouth and you gotta do me a huge favor: your ‘Why’ has to be greater than that knock down, then I’d love it.

Buster Douglas got knocked out. Nobody ever got knocked out by Mike Tyson and ever got back up. It was almost a ten count, he was stumbling: four, three, two…one…and ding, ding, ding, saved by the bell.

He goes to his corner, the whole world is like "yup, that’s it”. Once he comes back out – that’s it. Mike is just gonna hammering and exactly that, Mike Tyson came out like "I got him". I got this kid up against the rope, listen to me, many of you right now, life’s got you up against the rope – you can’t give up, you can’t give in.

Listen to me, if it was easy everybody would do it. And if life’s got you backed up, I need you to do what Buster Douglas did: Buster Douglas starts fighting back. And the world was shocked!

Goliath has been knocked down – what happened?

And they went to Buster Douglas and they asked Buster Douglas simply like: “what happened?”. And Buster Douglas said: “listen to me, it’s real simple. Before my mother died, she told the whole world that I was going to beat Mike Tyson, and two days before the fight my mother died”.

Buster Douglas, he had a decision to make, when his mother died he can die with his mother, or he made a decision, I can wake up and I can live for mom. And he knocked Mike Tyson out.

Simply because his 'Why' was greater than that punch.

His ‘Why’ was greater than defeat.

His ‘Why’ was greater than his trial and his tribulation.

And I’m telling you, if you don’t know what your ‘Why’ is, and your ‘Why’ isn’t strong, you’re gonna get knocked out every single day.

Work hard

Sapevo che dovevo diventare più forte per via di Kobe. Sapevo che lui era in palestra a lavorare, perciò ogni giorno in cui non volevo allenarmi o sentivo di non poter dare niente di più, pensavo sempre a Kobe Bryant: perché sapevo che lui stava migliorando, e che se io mi fossi preso un giorno di pausa lui ne avrebbe approfittato. Mi mancherà non averlo più: mi ha portato a un livello superiore, mi ha fatto capire quanto sia importante la competizione e la volontà di non voler morire mai. Ho avuto la fortuna di giocare tutta la carriera nella Eastern Conference, e ogni volta dopo le mie partite sapevo che potevo tornare a casa e vedere le sue sulla costa ovest. Sapere che non potrò più farlo mi rende triste.

Ho sempre voluto allenarmi con lui in estate, mettermi al suo fianco e cercare di vedere tutto quello che faceva. Per questo, riuscire finalmente a essere sullo stesso campo con lui e vedere la sua etica del lavoro, il modo in cui si allena ogni giorno, è stata una rivelazione: abbiamo sempre combattuto cercando di detronizzarci l’un l’altro, ma abbiamo sempre avuto rispetto reciproco perché sappiamo quanto tempo lavoriamo sul nostro gioco.

Ricordo che nel 2008, nella partita contro la Spagna nel girone, in una delle prime azioni di gara sfondò un blocco di Pau Gasol e lo mandò per terra, prendendosi un fallo antisportivo. E Pau era già ai Lakers! Pensai: "questo è veramente di un altro livello: gli interessa solo vincere, indipendentemente da chi si trova davanti". Si era completamente dimenticato che Pau era suo compagno e che lo avrebbe rivisto nel giro di tre settimane a Los Angeles. Pazzesco. Non ci sarà mai più nessuno così nella nostra lega. Mai più...

(LeBron James)