28/06/15

14/06/15

Caro Maestro

Caro Maestro,

anche questo anno accademico è ormai agli sgoccioli. Ci siamo impegnati. E ci siamo divertiti. Credo. Spero. Vabbé: io mi sono divertito, e spero anche gli altri.

Alcuni compagni di pratica ci hanno salutato; altri sono tornati; altri ancora si sono uniti al gruppo per la prima volta. Qualcuno si è anche fatto male, ma a 'sto giro io non c'entro, davvero!




Questa mattina siamo andati a Ivrea: il gremlin doveva sostenere l'esame di 1° kyu e io dovevo ritirare un paio di cose. Ovviamente siamo comparsi al dojo al pelo: l'esaminato era in ritardo ma si è voluto fermare lo stesso a fare colazione. Quando siamo arrivati a destinazione persino Daniele era già sul tatami! Però la sosta ha avuto il suo perché: abbiamo incontrato tante persone vestite in modo buffo, che circondavano un sobrio coniglio rosa bendato. Spero che il roditore stia bene, visto che - non so se per caso o perché i suoi amici sono bastardi - ha provato a entrare all'Autogrill dalla porta a vetri. Chiusa. Che ha preso in faccia. Penso che la botta l'abbiano sentita anche quelli che passavano in auto coi finestrini chiusi.



La performance del venticinquenne non è stata male. In crescendo: partenza sporca e poi via in scioltezza. Il ragazzo ci sa fare quando non si comporta da dodicenne: in pratica in quell'unico giorno all'anno in cui dà un esame.

Sono stato contento di aver ricevuto il diploma con Daniele e Gianluca. Ed è stato bello trovare Ale sul tatami: 'sto yondan ce lo siamo sudati, 12 mesi fa. Come? Qualcuno ne ha ritirati due in un colpo solo? Si, è vero, ma sa come la pensa Daniele: du diplom is megl che one.




Caro Maestro Bosello, due giorni fa cadeva il ventennale della sua morte (12 giugno 1995) e oggi si chiude il cerchio. Lei mi aveva dato il 4° kyu e oggi un pezzo di carta millanta che sono 4° dan. Durante l'esame mi aveva anche chiesto il 1° kata di jo del Maestro Tada, ricorda? Il 3° kyu era arrivato un anno dopo, ma quel giorno lei era in ospedale a combattere una guerra più importante. Non l'ha vinta, quella guerra, e io ho perso il mio punto di riferimento.

Ormai quasi tutti i suoi allievi hanno smesso di praticare. C'è anche chi ha iniziato a chiamare "maestro" qualcuno che lei conosceva bene, per cui non so cosa sia meglio...

La nostra disciplina si è evoluta, e finalmente ci sono numerosi validi tecnici da seguire. Sono davvero tanti, sia in Italia che nel resto del mondo. Se l'aikido è un vestito diverso per ciascuno di noi, io nell'ultimo decennio ho scelto il mio sarto. Per come intendo l'arte. Per come lei intendeva l'arte. Marziale.

Oggi è difficile trovare scuse. Per praticare in maniera approssimativa. Per non capire cosa si sta facendo. Per non farsi domande e non muovere il culo per darsi risposte. Allora...perché?