29.6.2014, Yondan.
Una dedica e una manata di ringraziamenti.
La prima, a te che te ne sei andata troppo presto. Sabato
pomeriggio sul tatami continuavo mentalmente a ripetere il tuo nome. Tra
qualche mese avrò dimenticato che giorno era ieri, ma il ricordo di quel 18
aprile non se ne andrà mai. Volevo chiudere in bellezza e credo di aver praticato
il mio miglior aikido di sempre: per te.
In ordine sparso i thanks
to...
A papUà, che mi veniva a prendere a Milano la sera tardi per
riportarmi a casa, quando i miei unici mezzi di trasporto erano autobus e
metropolitana. Primavera, estate, autunno, inverno.
A mammUà, che cucinava prima e dopo l’allenamento: a
qualunque ora tornassi, a tavola c’era sempre qualcosa di pronto. La stessa
persona che rammendava, lavava e stirava i keikogi. E che negli ultimi anni ha
più volte rimesso a nuovo le hakama.
Al mio Maestro. Che visto dove il forte vento ha portato alcuni
dei suoi, qualcosa da ridire secondo me l’avrebbe. A 19 anni dalla sua morte,
ancora oggi a chi mi domanda “chi è il tuo Maestro?” rispondo “Claudio
Bosello”.
A quel Maestro che ho incontrato 9 anni fa e che mi ha
mostrato che un altro aikido è possibile. Qualcuno ieri mi ha detto che
gliel’ho ricordato. Una brutta copia, mi rendo conto, ma è stato il commento
che più mi ha fatto piacere.
A chi si allena al Wa No Seishin dojo, progredendo ogni
giorno, obbligandomi a mettermi continuamente in discussione. Perché le cose
vanno fatte se funzionano, non perché lo dico io. Ogni volta che emigro, al
rientro ricordo che tra avere o non avere capito perché si esegue un movimento
c’è l’abisso. Voi non affogate...
A quel Maestro di Ivrea che ha sempre parole di stima nei
miei confronti. E che ieri era anche più contento di me.
Ad alcuni amici ar.ma.ti. Quei 3 che al parchetto, tra una
zanzara e l’altra giocano a Batman, all’israeliano incazzato o rifiniscono l’Aikitraining
in da Uàuse. Tutto, se fatto bene, aggiunge valore alla pratica altrui.
Ad altri amici ar.ma.ti. Quelli che scrivono di trazioni. E
quello che “se ti fermi all’autogrill ti danno il 6° dan”. Lo stesso che i miei
ringraziano per i pressure test.
Al compagno di merende liberista: se oggi il mio
koshinage è quello che è lo devo a te. Idem il fatto che esistano aikidoka in erba che sanno cos’è un single leg.
22 anni. Una vita sul tatami, tra alti e bassi. Grazie di
cuore a tutti.