Arte marziale, cultura tradizionale e meditazione

In fondo al post le parole del nostro mai abbastanza rimpianto ex Direttore Didattico - Hiroshi Tada Sensei - a Rai News 24 (San Lazzaro di Savena, novembre 2024).

✔️ "L'aikidō è...un'ARTE MARZIALE" (cit.)

✔️ "ma anche..." (cit.)

Una pratica senza intenzione, non efficiente, non centrata e senza nemmeno una bozza di controllo di uke dall'inizio alla fine, non è né una forma di "cultura tradizionale" (cit.) né di "meditazione" (cit.). È un'arte non marziale. 'Unione' e 'armonia' diventano la giustificazione della non presentabilità della nostra coreografia; la certificazione del fallimento del tentativo di "unire queste componenti." (cit.)

Ogni volta che un aikidoka dice 'faccio piano perché ho paura di farti male', a un orango del Borneo, un gatto, un topo e un elefante viene l'orchite.

Quando smetterò di travisare il pensiero dei grandi Maestri per cercare di spiegare la mia pratica da Zelig Circus avrò, forse, fatto un primo passo verso quella sincerità di cui tanto sento parlare.

Haishin Undo

Prendi un cliente dell'Esselunga. 

Fagli fare 150€ di spesa e regalagli punti fragola come se fossero 500.

Fagli scegliere dal catalogo il premio "responsabile marketing" starting pack, edizione "non potresti ma chiudiamo due occhi".

Fagli fare un esercizio elementare: se sei fortunato non cercherà di strappare una spalla al partner perché non gli è chiaro il suo ruolo. 

Fallo riprovare dopo 24 ore, che magari la notte ha portato consiglio: se sei molto ma molto fortunato non ci sarà un secondo tentativo di rompere il compagno di pratica perché - come il giorno prima - non sa chi dei due deve tenere.

Non puoi invertire la pendenza di un QI che tende a meno infinito.

In politica questi diventano parlamentari; in altri settori, se gli dice male finiscono come minimo nel CdA... (clairvoyant)